Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

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uno spiraglio di veritÀ

LA VERA STORIA DEL RISORGIMENTO ITALIANO
da Geo & Geo

Segnalato da Cosimo Giordano
Fonte: Geo & Geo

       Ben volentieri invitiamo il nostro lettore a visionare il video segnalatoci. Importante è notare che la fonte non è "borbonica". Vogliamo solo sperare che finalmente la verità, tutta la verità, e non soltanto uno spiraglio di essa, venga detta intera, chiarendo una volta per tutte
       che quella del Sud fu una conquista voluta dai piemontesi e subita con estrema sofferenza dal Popolo Duo-Siciliano (non si trattò di "risorgimento", ma di morte!);
       che la spontanea reazione popolare venne detta brigantaggio, mentre fu giusta e doverosa Resistenza all'odiato invasore, il quale veramente fu brigante e ladro delle ricche casse del Sud (che pensò a sperperare a beneficio di donnacce, di stranieri e del suo Nord);
       che i nostri amati briganti combatterono e morirono per il Trono, per l'Altare e per il Focolare, a difesa del proprio avere dagli artigli dei briganti piemontesi (loro sì, veri briganti!);
       che il nostro non era lo "straniero" da cacciare fuori (come cantava una certa canzone), il Borbone era italianissimo, meglio napoletanissimo, parlava napoletano e scriveva in italiano, mentre il vero straniero era quel tale baffone savoiardo che parlava un argot francofono e si esprimeva malissimo in italiano;
       che bisogna smetterla con gli stupidi luoghi comuni che presentano i dignitosi Sovrani Borboni come sciocchi donnaioli, mentre era vero il contrario, che era cioè il cosiddetto "re galantuomo" a correre dietro alle contadinotte piemontesi;
       che..... potremmo continuare a lungo, ma ci fermiamo qui, non senza avere riportato le profetiche parole dell'ultimo nostro Grande Re Franceschiello (così detto per senso di nostro affetto, e non per disprezzo, come vorrebbero i calunniatori):
«
Traditi ugualmente, ugualmente spogliati, risorgeremo allo stesso tempo dalle nostre sventure; chè mai à durato lungamente l´opera della iniquità, né sono eterne le usurpazioni" (Così scriveva, nel proclama ai popoli del Regno delle  Due Sicilie in data 8 dicembre 1860, Francesco II, dalla Fortezza di Gaeta, distrutta poi da 160.000 cannonate).
       L'usurpatore piemontese è durato ben poco e, dopo essersi coperto di vergogna (non ultima la fuga durante la seconda guerra mondiale), è stato mandato in esilio dai suoi degni compari che prima l'avevano aiutato nell'ingiusta aggressione del nostro Regno delle Due Sicilie.
       Ora con la faccia tosta connaturata ai Savoia da 170 anni ad oggi, gli eredi di quel "galantuomo" vengono a chiedere addirittura astronomici risarcimenti, mentre dovrebbero non lasciarsi sfuggire l'occasione per chiedere perdono e per restituirci almeno la dignità che ci hanno calpestato e umiliato, perdono per le troppe ingiuste fucilazioni, perdono per i lager in cui barbaramente hanno fatto morire i nostri eroici soldati... E fintanto non chiederanno perdono, il nostro grido sarà: "INDIETRO, SAVOIA!"

S. P.

       Consigliamo la lettura dei seguenti testi:
       La conquista del Sud, di Carlo Alianello, Rusconi Editore, 1994;
       Maledetti Savoia, di Lorenzo Bocca, Edizioni Piemme Pocket, 2003;
       Indietro, Savoia!, di Lorenzo Bocca, Edizioni Piemme Pocket, 2003 e
       I lager dei Savoia, di Fulvio Izzo, Ed. Controcorrente, 1999

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature
e quanto scritto nello spazio giallo sono della Redazione

IERI

né sono eterne le usurpazioni

"...Le prigioni sono piene di sospetti, lo stato d´assedio regna nelle province, ed un generale straniero pubblica la legge marziale, decreta la fucilazione istantanea per tutti quelli dei miei sudditi che non s´inchinino alla bandiera di Sardegna ... e le Due Sicilie sono state dichiarate province di un regno lontano. Napoli e Palermo saranno governati da prefetti venuti da Torino ......Traditi ugualmente, ugualmente spogliati, risorgeremo allo stesso tempo dalle nostre sventure; chè mai à durato lungamente l´opera della iniquità, né sono eterne le usurpazioni"
Così scriveva, nel proclama ai popoli del Regno delle  Due Sicilie in data 8 dicembre 1860, Francesco II, dalla Fortezza di Gaeta, distrutta poi da 160.000 cannonate

OGGI

CARLO DI BORBONE: Si rivaluti il ruolo della mia famiglia
L’erede della casata sovrana nelle Due Sicilie conferma l’impegno in chiave meridionalista

 

BRIGANTI

   
   

 

BRIGANTE SE MORE = da Brigante si muore!

   
   

 

Inno Nazionale del Regno delle Due Sicilie, di Paisiello

   
     
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